SEI PRINCIPI DELL’EVENTO DELLA PERFORMANCE
Posted by Mariana Scaravilli on Sep 8, 2017

 

Un principio è universale, una regola è inflessibile, una legge è invariabile.

La Musica desidera così tanto essere ascoltata che a volte si affida a personaggi improbabili per dargli voce, e udito. Questo desiderio-di-essere ascoltata genera l’Evento della Performance; dove la musica, il musicista e il pubblico possano unirsi in comunione.

Questa comunione esiste e si può sperimentare in sei forme diverse (più una settima, invisibile); e queste forme, o principi, sono presenti simultaneamente all’interno della Performance.

 

I

Quando la gente si riunisce con la musica, qualcosa accade

Quando la gente si riunisce, qualcosa accade.
Quando la gente si riunisce con la musica, qualcosa di straordinario accade. 

Quando il musicista, il pubblico e la musica si riuniscono in una performance, questo qualcosa di straordinario ha una qualità propria.
Questo qualcosa di straordinario è la Musica che assume vita propria. 

La Creazione continua ad essere creata.

 

II
In una performance, tutto converge misteriosamente; e le cose vanno meglio di quanto potremmo prevedere; e meglio di quanto meritiamo.

In un evento musicale, la Benevolenza che genera la Musica riunisce musicisti e spettatori.

Tutto converge misteriosamente; e va meglio di quanto meritiamo, o di quanto potremmo aspettarci.

 

III
Una performance può assumere vita e carattere propri.

Qualsiasi particolare evento di performance - con queste persone, in questo posto, in questo momento - definisce le condizioni della performance: il dove, quando e come dell’evento.
Questo dall’esterno.

Le condizioni di tempo, luogo e partecipanti non governano la qualità della nostra esperienza di questa performance.
La nostra esperienza è dall’interno. 

Che l’evento si verifichi è un fatto.
Come partecipiamo, ascoltiamo, rispondiamo, è aperto e disponibile. 

Cosa accade all’interno della performance, cioè, se la performance prende vita o no, va creato e scoperto.

Se è così, la performance può assumere vita e carattere propri.
È unica.

 

IV
Ogni performance è una molteplicità di performance.

Il grado in cui agiamo come unità, come una sola persona, è una misura della nostra integrazione; cioè, una misura del nostro Essere.

La misura in cui la performance è un evento unico, dipende da quanto Musicista, Pubblico e Musica siano in grado di entrare in Comunione come una cosa sola.

Fino a questo punto, l’evento della performance è tante performance quanti sono i suoi partecipanti.
Oltre questo punto, l’Intera Performance è tutte le Performance: è eterna.

La differenza tra le due è minore di quanto potremmo credere.

Quindi, ogni performance è una molteplicità di performance.

 

V
Il possibile è possibile.

Siamo in grado di stare con gli altri solo nella misura in cui siamo in grado di stare con noi stessi.
Stando così le cose, possiamo essere nella performance solo nella misura in cui siamo in grado di essere noi stessi: di essere chi siamo.

È possibile essere chi siamo.
Dunque, il possibile è possibile 

Iniziamo con il possibile, e avanziamo gradualmente verso l’impossibile.

 

VI
L’impossibile è possibile.

La normalità è ciò che possiamo ottenere, dato chi siamo, cosa siamo, le condizioni e limitazioni del mondo nel quale lavoriamo.

La nostra “norma” è quello che “dovremmo” essere.

Questo è ciò che ci viene chiesto: di essere quello per cui siamo nati, e di fare ciò per cui siamo nati.
Questo è già chiedere troppo: è impossibile. 

Cionondimeno, iniziamo con il possibile, e avanziamo gradualmente verso l’impossibile; confidando che la Benevolenza che genera la Musica non sia mai lontana.

Dunque, l’impossibile è possibile.

 

Il Settimo Principio risiede nel Silenzio. 

I Sei Principi presumono uno scopo comune, buona volontà, la volontà di partecipare di buon grado all’interno dell’evento, e la capacità di farlo.

In un certo senso i Sei Principi sono disponibili quando le parti più elevate che sono in noi si uniscono; nella consapevolezza che, essenzialmente, siamo la stessa persona.

Quando l’infimo prende il sopravvento, l’evento della performance si degrada; e il possibile diventa sempre più limitato.
L’impossibile diventa impossibile.
Quindi è meglio che il possibile rimanga possibile. 

La cosa peggiore è che il possibile diventi impossibile.
Questo è l’Evento Nullo: non succede niente. 

Un Evento Nullo non ha durata, né persistenza, né un proprio momento presente.
L’evento scompare, come se non fosse mai accaduto; e, infatti, non c’è mai stato.
L’Evento Nullo è uno spreco totale di tempo e di energia.
Qualcosa va perduto. 

Ma non deve per forza andare così.

Che si possa avere fiducia nella  Benevolenza inesprimibile dell’Impulso Creativo.

 

Martedì 21 Luglio, 2009
Monasterio Monjas Dominicas, Sant Cugat.

 

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