SETTE PREMESSE PER IL LAVORO NEL CIRCOLO
Posted by Mariana Scaravilli on Sep 8, 2017

 

Intenzione
Presenza
Buona Volontà
Pratica Comune
Suonare Accordati
Suonare A Tempo
Ascoltare

1.   Intenzione.

Il nostro ingresso nel Circolo è intenzionale.

Un esempio pratico e semplice: quando entriamo nella stanza, attraversando la soglia liminale dello spazio sacro del Circolo, prestiamo attenzione al primo passo.

La nostra adesione non è accidentale, tantomeno è arbitraria la nostra partecipazione. Ciò implica che si abbia uno scopo.

2.   Presenza

Coltiviamo un senso e una consapevolezza della nostra presenza personale, del Circolo e del nostro posto al suo interno.  Ciò è determinato e governato dalla qualità della nostra attenzione volontaria.

3.   Buona Volontà

Partecipiamo con spirito di buona volontà. Lasciamo ogni negatività alla porta, fuori dalla stanza, ed entriamo offrendo buona volontà verso gli altri nel Circolo: senza giudizio, senza critica, senza ostilità.

La qualità della nostra vita emotiva si rivela nella qualità del suono che produciamo con lo strumento: la profondità e la ricchezza del timbro. Ciò corrisponde a livello personale al suonare a tono.

4.   Pratica Comune

Acquisiamo familiarità e una competenza sufficiente negli elementi di una pratica comune:

      il sitting della mattina e il Fare Nulla;
      l’accordatura del Guitar Craft, DO maggiore pentatonica;
      tecniche specifiche della chitarra, quali i Primari;
      n.b. il repertorio GC è utile ma non necessario;
      entrare, muoversi all’interno e lasciare il Circolo;
      passare la nota in circolo;
      la scala di DO maggiore / La minore naturale;
      le Regole della Casa del GC.

5.   Suonare accordati. 

Questo è indicativo del nostro stato personale.

6.   Suonare a tempo.

Questo è indicativo della nostra armonia personale.

Un esempio pratico: la puntualità.

7.   Ascoltare.

Questo è indicativo della nostra stazione; ovvero il livello dell’Essere.

Se non riusciamo ad ascoltare noi stessi mentre parliamo, non siamo del tutto presenti a ciò che stiamo dicendo.
Se siamo assenti dal nostro parlare, le nostre parole sono vuote: non c’è niente da dire.
Se non abbiamo niente da dire, meglio non dire niente. Per qualcuno questo è molto difficile.
Così, se non ci ascoltiamo mentre parliamo, meglio stare zitti. 

(Questo è parte della pratica del Parlare Necessario impiegato nella Cucina del GC).

Se questo è vero per le parole, non lo è ancora di più per la musica?

 

L’Ottava Premessa:

L’Assunzione della Virtù.

 

Sabato 2 Ottobre 2010
Casa De Encuentros San Juan Bosco, Av. Fuerza Aerea 1800
Funes, Pvcia. de Santa Fé
Argentina.

 

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