LETTERE AL SECONDO CORSO DI LEVEL THREE - GUITAR CRAFT (USA)
Posted by Mariana Scaravilli on Sep 3, 2017

 

 Claymont Court, Charles Town, West Virginia.

I
Lettera Inaugurale
Martedì, 29 Agosto 1989 

Un tesoro si nasconde appena sotto la superficie di quella che chiamiamo la nostra vita di tutti i giorni. La “superficie” è come vediamo il mondo e come crediamo che sia. Se per un attimo questa patina di interpretazione si solleva, troviamo un mondo nuovo. Non un mondo di intenzioni brillanti, teorie politiche e invenzioni utopiche, ma un nuovo mondo – il mondo reale. Può piacerci o meno ma non è una finzione. Se non ci piace, perlomeno abbiamo qualcosa di reale che non ci piace, se possibile.

Probabilmente, tutti qui hanno provato l’esperienza di sollevare il velo della percezione di tutti i giorni, e hanno qualche cognizione di cosa ci sia dietro. La maggior parte di noi ha potuto farsene un’idea durante un corso di Level One, e questo è uno degli scopi del Level One: consentire una esperienza diretta di ciò che è reale nella vita musicale, e nella nostra vita individuale.

Uno degli scopi del corso di Level Three consiste nel costruire una pratica personale che sia in grado di creare un rapporto e un’intesa più stretti fra noi e il mondo reale. In effetti non siamo separati, ma nel nostro stato normale non ne siamo consapevoli. Il nostro lavoro al Level Three è esercitarci a fare sforzi. Quando attiviamo l’intenzione in un’attività abituale o meccanica, il nostro stato cambia. Quando il nostro stato cambia, abbiamo un’opportunità. Quando abbiamo un’opportunità, abbiamo un’altra opportunità.

Ci sono diversi tipi di sforzo, ed è necessario che impariamo a distinguerli tra loro. Altrimenti, facciamo il tipo di sforzo sbagliato, e perdiamo un’opportunità. Noi siamo tutte persone diverse, e ognuno di noi può trovare maggior facilità o difficoltà con i diversi tipi di sforzo.

Ci sono tre aree all’interno delle quali compiamo queste diverse tipologie di sforzi: fisica, mentale ed emotiva. Si intende questo quando si dice che un musicista ha tre discipline: delle mani, della testa e del cuore. Ogni giorno dovremmo  porre delle richieste ad ognuna di queste facoltà. Ognuno di noi è sbilanciato nello sviluppo di queste facoltà, e nell’armonia con la quale operano.

Ma cominciamo con il fare nulla. Mentre facciamo nulla osserviamo noi stessi nel fare nulla. È cruciale che questa osservazione di noi stessi sia imparziale.  Guardiamo a noi stessi come guarderemmo un caro amico. Non diamo giudizi, ci accettiamo come siamo, e non ci sono errori – tranne uno: la mancanza di imparzialità. Finché manteniamo la nostra imparzialità stiamo fuori e osserviamo questa creatura all’interno della quale viviamo. Altrimenti rimaniamo intrappolati all’interno della creatura e delle sue preoccupazioni.

In quanto partecipanti a questo corso, abbiamo tre aree di responsabilità:

i)  

Noi stessi, e il nostro lavoro personale;

ii)  

La casa, la proprietà e la comunità della quale fa parte;

iii)  

Il Guitar Craft. Il Guitar Craft coinvolge tutte le persone che hanno in qualche misura un impegno in questo progetto, e nella forza che sta dietro alla sua comparsa nel mondo. Potremmo chiamare questa forza il potere della musica, o l’operato della Musa. Ma quando ci troviamo faccia a faccia con la musica possiamo vedere da soli cosa ci sia dietro questa particolare qualità. Una volta che l’abbiamo visto di persona, in un senso più sottile abbiamo anche una responsabilità verso quello che sta dietro la musica.

Una volta che questa idea diventa reale, e non solo un’idea brillante, le tre responsabilità diventano la stessa responsabilità. Nel Guitar Craft facciamo riferimento a questa responsabilità con il principio: onora la necessità.

 

II
Seconda Lettera
29 Settembre 1989

Sunday All Over The World ha cambiato il suo stato da touring band a band da studio. Questo lascia libero molto tempo che era destinato ai tour, e significa che avrò probabilmente tutto il tempo necessario per il Guitar Craft. Quindi sto scrivendo ai nostri Rappresentanti in giro per il mondo per conoscere le loro necessità e le loro richieste per i prossimi due anni, affinché si possa stabilire un piano a medio termine per i corsi.

La natura internazionale del Guitar Craft va incoraggiata. La visita in Nuova Zelanda coinvolgerà il Guitar Craft in un nuovo emisfero che comprenderà Australia e Giappone.

Un fattore nuovo che si verificherà è la presenza di un forte contingente Europeo, con il fulcro in Germania. Si potrebbe instaurare qui l’ufficio del GC in Europa, che potrà gestire gli ordinativi per corrispondenza e tutte le eccitanti attività amministrative. Potrebbe divenire anche il centro per una League Of Crafty Guitarists Europea che potrà esibirsi regolarmente, in particolare dal 1991 in poi. Sono molto felice di esserne coinvolto da vicino. Con il tempo potremmo aver bisogno di una proprietà in questa zona, per quelli che desiderano lavorare a contatto con me nel lungo periodo. Questo avverrà probabilmente oltre il periodo di due anni che stiamo prendendo in considerazione, ma quelli che davvero vogliono lavorare con Robert dovrebbero comprare una casa in questo paese e non aspettare che lui annunci un nuovo progetto. Se i Crafties desiderano lavorare insieme andranno a vivere insieme, e sta ai Crafties che hanno questa necessità attivarsi per soddisfarla, o almeno fare i primi passi.

Un fattore nuovo in America nei prossimi due anni sarà il nascere di comunità di Crafties. Forse una di queste potrà diventare un centro permanente del Guitar Craft. Ci sono due tipi di comunità del Guitar Craft: una comunità in cui i Crafties vivono e lavorano insieme, e la comunità del Guitar Craft ufficiale. La seconda potrà realizzarsi o meno durante la mia vita, ma la prima può nascere domani. Se Crafties seri desiderano supportarsi a vicenda, lasciamogli prendere l’iniziativa e trovare il posto. Rendiamo disponibili corsi ai partner dove possibile, ma non abbiamo ancora trovato una modalità per accettare nei corsi i bambini. Alla Red Lion House abbiamo avuto occasionalmente giovani visitatori, e ci sono stati problemi e distrazioni.

Il Guitar Craft funziona per inclusione, piuttosto che per esclusione. Come possiamo disegnare una situazione che includa le nostre famiglie nel Guitar Craft, se desiderano partecipare? L’esperimento di Claymont ci fornisce esperienza e ci dà molte informazioni su cosa comporti una comunità  , e abbiamo la nostra esperienza di tre anni alla Red Lion House. Non esiste un unico modo di organizzare una comunità, ma c’è una necessità fondamentale: l’impegno per uno scopo comune. Quelli con un impegno maggiore sono i residenti, quelli con meno impegno sono i visitatori. Credo che la risposta si svilupperà organicamente. Funziona così: c’è un bisogno, si riconosce il bisogno, si affronta il bisogno.

I miei migliori auguri per le performance, al gruppo che è in tour, e a voi tutti.

 

III
Terza Lettera
1 Novembre 1989

Ecco una domanda: Che si fa quando non si riesce a trovare entusiasmo, interesse, ed energia? La risposta è semplice. Si prepara il pranzo. E poi si lavano i piatti, si puliscono i bagni, si sbriga il lavoro d’ufficio, si pratica la chitarra, si pratica il silenzio, e si prepara la cena.

Ecco un’altra domanda: che si fa quando non si riesce a fare niente? La risposta è semplice. Si fa quello che si deve fare. Come preparare il pranzo, lavare i piatti, pulire i bagni, sbrigare il lavoro d’ufficio, praticare la chitarra, praticare il silenzio, e preparare la cena.

Il principio è questo: soffri allegramente. Vi si sta ora chiedendo di mettere in pratica il vostro impegno per il corso. Qualsiasi stupido può cambiare il mondo, ma c’è bisogno di un vero eroe per preparare il pranzo, senza obiezioni, senza  lamentarsi e con un sorriso. Questa affidabilità è la base della vita spirituale.

La cosa più grande e vera che ho imparato dal Guitar Craft, questo straordinario evento in pieno svolgimento, del quale abbiamo tutti il privilegio di essere parte, è l’inesprimibile benevolenza dell’impulso creativo. La Creazione crea se stessa in ogni momento. Non si tratta di un evento finito. È in corso. E noi possiamo essere parte di questa creazione in corso se lo desideriamo, e se vogliamo metterci al servizio dell’impulso creativo.

Il Guitar Craft è solo uno degli esempi dello straordinario emergere di grandi azioni di risanamento dall’interno del nostro mondo turbato. L’impulso creativo, che inventa il Guitar Craft momento per momento, è esso stesso un veicolo per una forza molto più grande, la forza che mantiene la Creazione.  In una parola, l’amore. La capacità di guarire, il potere di unificare, di rendere sacro ciò che già è sacro ma è frammentato, opera attraverso degli agenti. L’amore non esiste, perché non è un potere che può essere costretto dall’esistenza. Ma, come tutti sappiamo, l’amore è del tutto reale. Per essere presente nel mondo deve essere generato e veicolato da agenti amorevoli. Anche la forza creativa è una forza che è oltre l’esistenza. Per essere presente nel mondo deve esprimersi attraverso il gioco, questa azione creativa assolutamente necessaria. Il gioco è spontaneo, esiste nel momento e non ricerca esiti, o risultati. Il gioco degli uomini di mestiere e degli artisti esiste nel momento, ma muove dall’intenzione al fine di generare ripercussioni.

Penso che ne tutti siamo consapevoli, qualsiasi siano le parole che usiamo per esprimerlo.

Se desideriamo partecipare al fiorire amorevole e creativo del nostro mondo, ci mettiamo al servizio di questo fiorire. Poiché questo è totalmente in contrasto con ciò che viene considerato  “un normale modo di vivere”, molti di noi hanno bisogno di istruzioni, tecniche, esercizi e aiuto. Se siamo certi che è questo che desideriamo davvero, mettiamo alla prova il desiderio.

La sfida particolare di un corso di Level Three è superare Il Grande Bivio. Il Grande Bivio è con noi in molti dei piccoli avvenimenti della giornata, ma generalmente riusciamo a sfuggirgli, per diverse ragioni. Ma lungo un periodo di tre mesi colpisce duramente.

Il Grande Bivio è una parte necessaria e inevitabile di ogni e qualsiasi processo. È il momento in cui ci troviamo troppo lontani dall’inizio per tornare indietro, e troppo lontani dalla fine per andare avanti. È il punto in cui i processi cedono e finiscono fuori rotta.

Se desideriamo essere veicoli per l’impulso creativo, non possiamo andare in pezzi lungo la strada. Il passeggero verrebbe espulso. Il nostro amico amore verrebbe gettato nel fango, e il nostro compagno “atto di risanamento” verrebbe spinto nel fosso. Così, dobbiamo introdurre un piccolo punto di certezza: l’impegno. è questo a trasportarci oltre Il Grande Bivio. L’impegno viene da chi siamo ed esercita una richiesta su quello che siamo. Ho appena riletto gli scopi dichiarati all’inizio del corso. Riconsiderateli per vostro conto. Li sento realmente o sono solo belle parole?

L’impegno deve essere praticato ogni giorno. Ed ecco un piccolo inizio per questa pratica. È un esercizio chiamato The Job Of The Day. Ci sono tre aree nelle quali si possono fare i lavori:

  1. Per se stessi.
  2. Per la casa.
  3. Per la comunità.

Suggerisco che per ora vi dedichiate ai lavori per la casa. La pratica è semplice. Durante la giornata notiamo qualcosa nella casa che può essere migliorato o rimediato con una semplice azione. Ad esempio potrebbero esserci delle ragnatele intorno ad una finestra. O la finestra potrebbe essere sporca. O al bagno potrebbe essere finita la carta igienica. O ci potrebbero essere erbacce da togliere dall’aiuola della cucina. Noteremo queste piccole cose solo se siamo vigili. Così, tutto questo è parte della nostra pratica nell’essere presenti e vigili. Prima di andare a letto prendiamo in considerazione il lavoro del giorno per domani. Alla fine del sitting della mattina riportiamo alla mente il lavoro, e più tardi durante il giorno lo eseguiamo. Poi, prima di andare a letto valutiamo se abbiamo eseguito il nostro piccolo compito e prendiamo in considerazione il lavoro per il giorno successivo. Se questo esercizio è preso seriamente può portarci avanti.

Il principio che trovo utile nell’affrontare Il Grande Bivio è questo:

            Inizia con il possibile e avanza gradualmente verso l’impossibile.

Così, quando nulla sembra possibile, guardati intorno e trova una piccola azione che sia possibile. E poi eseguila. Può essere tanto eroica quanto alzarsi dal letto. E poi lavarsi i denti.

Il Level Three vi da un assaggio di ciò che implica realmente il basare la propria vita sui principi del mestiere, che si abbia o meno un qualsiasi interesse nel suonare la chitarra. La nostra regola di vita è questa: agisci secondo principio, muoviti con intenzione. Al Level Three pratichiamo l’assumersi un impegno per tre mesi. Alcuni di voi hanno espresso interesse per il Level Four. Al Level Four diciamo questo:

     Nel Guitar Craft abbiamo tre doveri:

  1. il dovere di lavorare;
  2. il dovere di pagare per lavorare;
  3. il dovere di subire le conseguenze del nostro lavoro.

      Nel Guitar Craft abbiamo tre diritti:

  1. il diritto di lavorare;
  2. il diritto di pagare per lavorare;
  3. il diritto di subire le conseguenze del nostro lavoro.

Ma non siamo ancora pronti per questo.

La situazione è buona.

I miei migliori auguri a tutti voi eroi.

 

IV
Quarta Lettera
10 Novembre 1989

Di seguito porto alla vostra attenzione diversi commenti che possono avere qualche rilevanza per i corsi. Per favore rendeteli disponibili per quanto lo consideriate appropriato.

In primo luogo, il corso di Level Three corrente è stato organizzato in modo tale che i progetti di Level Three e Level Six si dessero mutuo supporto. La presenza dell’esperienza combinata di Crafties di lungo corso era necessaria data la mia assenza fisica. Sono molto felice che ci siano quattro persone della squadra di L6 disponibili a rispondere ai bisogni del Level Three quando insorgono.

In secondo luogo, trovare opportunità di esibirsi in zona per gli Home Boys non sarà facile e probabilmente ci vorrà tempo. Non bisogna forzare la cosa ma dargli il tempo per uno sviluppo organico. Nel commercio c’è un legittimo livello di coercizione che viene accettato come giusto e usuale. Questo avviene per via dell’alto livello di disonestà e di spreco attribuibile alle persone coinvolte. Il mio modo di lavorare con il commercio è di mettere il cappello su qualcosa solo quando sono in grado di portarla a termine. In questo modo il mio fattore personale di spreco è minimo, e quando telefono a persone importanti loro mi rispondono.

Per esempio, Wayne Forte alla ITG e i piani in corso per il tour della prossima primavera.

Nel mondo del mestiere ci si presenta al mondo e si viene riconosciuti e apprezzati, oppure no. L’esempio migliore per noi è il modo in cui il Guitar Craft è cresciuto e si è sviluppato in quasi cinque anni, avendo solo un’interfaccia minima con il music business. Il Guitar Craft Services opera all’interno di entrambi i mondi. Questa è una posizione molto difficile nella quale trovarsi. Il gruppo delle esibizioni locali si presenta al mondo timidamente, perché gli manca quel particolare tipo di capacità necessaria a costringere e forzare il mondo commerciale. Praticamente questo significa che ci vorrà tempo perché arrivino le serate. Due aforismi rilevanti del Guitar Craft sono:

Non offrire violenza.

Il ritmo giusto è essere al passo con se stessi.

 

In terzo luogo, la vita on the road è troppo dura per essere descritta facilmente. Non è una vita basata sulla razionalità. Chiunque ci sia passato per lunghi periodi ne conosce l’alienazione e l’angoscia. Accettare questa vita è una misura dell’impegno a suonare del musicista . I fallimenti in merito al vivere secondo i propri principi dichiarati sono in genere perdonabili, ma raramente scusabili. Sono meno raramente scusabili on the road. Ma rimangono inaccettabili. Il Performance Team agisce in nome della League of Crafty Guitarists, e quindi del Guitar Craft, e gli standard sono particolarmente alti. Questo Team ha bisogno di supporto e buona volontà da parte nostra.

In quarto luogo, la comunità di Claymont è stata danneggiata da pettegolezzi e commenti negativi sconsiderati. Tutti abbiamo le nostre opinioni e le nostre idee brillanti, ma sono soggettive. Chiunque si faccia carico di un ruolo, che è oggettivo, deve lasciare i suoi pregiudizi alle spalle. Non si spettegola quando si ricopre un ruolo. In questa posizione privilegiata si è in grado di vedere e di essere con gli altri in un rapporto pulito, chiaro e diretto. Ma se l’opinione soggettiva viene portata all’interno di un ruolo, e degli interventi di quel ruolo, qualcosa è viziato. La situazione è riscattabile, ma ad un prezzo.

Disaccordi e dispute sono inevitabili quando le persone lavorano insieme, e spesso bisogna affrontarli. Il Guitar Craft non è un gruppo di incontro. La mia raccomandazione è questa: se abbiamo emozioni brucianti, lasciamole andare prima di incontrare qualcuno. Dopo, possiamo essere puliti e diretti in ciò che dobbiamo dire. Non è saggio affrontare una disputa quando si è presi in uno stato negativo. Ogni cosa che viene detta ne è contaminata.

Se abbiamo ricevuto un’offesa e siamo stati feriti dalla disattenzione di un’altra persona, particolarmente da una persona con un’esperienza apparentemente maggiore, dobbiamo fare la nostra parte per redimere la situazione. Il perdono è la chiave principale per lasciare la nostra prigione quotidiana. Il Padre Nostro è una preghiera talmente comune che ci lasciamo sfuggire la sua accezione di manuale di istruzioni incredibilmente elevato sulle cose pratiche di come entrare nel regno dei cieli. La nostra capacità di perdonare gli altri è di primaria importanza. Credo che per perdonare veramente dobbiamo trovarci in uno stato davvero considerevole. Che liberazione quando lasciamo andare le nostre lamentele-legittime-nel-mondo-normale! Colui che perdona non è la persona di tutti i giorni che è in noi.

I miei migliori auguri a voi tutti.

 

V
Quinta Lettera
22 Novembre 1989

L’azione del mestiere è misteriosa. Come appare, da dove viene, e perché mi chiama? Gran parte di tutto ciò ci viene nascosto. Ovvero, la gran parte di tutto ciò ci viene nascosto nella nostra condizione normale. Quando il nostro stato cambia, scopriamo che la nostra “condizione normale” è in effetti piuttosto anormale. Quando siamo vigili, la parte nascosta è minore. Quello che sembra nascosto spesso è in piena vista, coperto solo dalla nostra cecità. Se abbiamo gli occhi aperti, possiamo vedere oppure no. Se abbiamo le orecchie aperte, possiamo sentire oppure no.

L’altra settimana ero a Londra, ad occuparmi degli impegni del musicista professionista – soldi e affari. Mentre ero al telefono nel piccolo studio di mia moglie, ho alzato lo sguardo. Di fronte a me c’era un segreto ben custodito: i boccioli dei fiori di un cactus che fiorisce d’inverno. Da ogni punta di questa piccola creatura faceva capolino il bianco delicato dei fiori nascenti. La bellezza di questa creatura viva mi parlava attraverso la stanza umiliando il mio assorbimento nel pantano del business, dandomi speranza. Prima che li notassi, essi erano invisibili. Poi, è apparso il notare.

Cecità e sordità sono un metro della nostra ottusità e di quanto sia spuntato il nostro acume. Gran parte della sordità e della cecità sono il risultato della rigidità delle nostre opinioni. Le opinioni intrappolano la nostra attenzione in un mondo dove la percezione è impossibile. L’opinione non è esperienza. Una domanda reale viene dall’esperienza. Posso avere una domanda profonda sul potere che hanno i koan di pressare la mente, ma ho passato una notte in meditazione su un koan? Una domanda che nasce da un’opinione limita la sua risposta a un mondo dove le risposte reali sono difficili da trovare.

Nel Guitar Craft stiamo diventando veicoli per l’espressione dell’impulso creativo attraverso la musica. Ci stiamo allenando a rispondere ai suggerimenti della musica. Per questo dobbiamo essere sia affidabili che responsabili. Ciò implica un certo grado di libertà nella nostra capacità di rispondere. Tre libertà primarie per realizzare l’affidabilità nella nostra vita sono le seguenti:

  1. libertà da ciò che ci piace e ciò che non ci piace;
  2. libertà dalle nostre opinioni;
  3. libertà dalle opinioni degli altri.

Questo non significa che non abbiamo opinioni, simpatie e antipatie. Non significa neanche che non dovremmo avere opinioni, simpatie e antipatie. Tanto meno significa che dovremmo negare la loro presenza nella nostra vita. Significa semplicemente che dobbiamo essere liberi dalla loro presa su di noi. Ma prima dobbiamo conoscerle.

Cominciamo con l’osservare le nostre opinioni e i nostri pregiudizi. È importante non provare a cambiarli. Queste sono tre delle principali conoscenze:

  1. la conoscenza della nostra ignoranza;
  2. la povertà della nostra conoscenza;
  3. il riconoscimento della conoscenza necessaria.

La nostra vita è troppo corta per acquisire queste conoscenze per caso. Durante il Level Three dobbiamo sperimentare almeno le prime due: la conoscenza della nostra ignoranza e la povertà della nostra conoscenza. Speriamo di cominciare anche a riconoscere e acquisire la conoscenza necessaria.

Al Level Three condividiamo una casa con un certo numero di persone. Alcune di queste mi piaceranno, altre no. Probabilmente, tutti ad un certo punto mi irriteranno. Quasi certamente io a un certo punto li irriterò tutti. Ma perché dovremmo vivere insieme in questa maniera improbabile e irritante? È facile dirci che stiamo facendo un tentativo pioneristico di vita di comunità, e che questo abbia qualche merito intrinseco. Ciò può essere vero o meno, ma non è la nostra ragione principale. Lo scopo è quello di acquisire una grande quantità di informazioni su noi stessi, e su questa creatura nella quale viviamo, in un tempo relativamente breve. Il modo intensivo di vivere-con-gli-altri che pratichiamo è un modo sicuro ed efficace di scoprire cosa siamo. Non è necessario vivere in una casa piena di gente per il resto della propria vita. Ma è necessario farlo per un periodo di tempo.

La conoscenza necessaria è molto facile da trovare. Abbiamo già la conoscenza necessaria sufficiente a guidarci e dirigerci per il resto della vita. I principi del Guitar Craft sono tutte istruzioni per una applicazione qualitativa. La conoscenza necessaria è molto poca, ma riconoscerla in quanto tale necessita discriminazione. Il nostro problema è che acquisiamo sia la conoscenza necessaria che grosse quantità di conoscenze inutili.

Il riconoscimento della conoscenza necessaria è diretto. Non è la parte quotidiana di noi che riconosce la conoscenza necessaria. L’acquisizione della conoscenza necessaria si verifica quando il sapere muove da ciò-che-siamo e parla a chi-siamo. Questa conoscenza porta con sé una carica, un’energia, dalla quale possiamo attingere. Questo avviene perché la conoscenza viene da un mondo diverso da quello quotidiano.

Quando cominciamo ad avere la percezione della differenza tra conoscenza necessaria e conoscenza non necessaria, cominciamo a riconoscere la differenza tra le domande necessarie e quelle non necessarie. Una domanda vera viene dalla nostra esperienza, non dalle nostre opinioni, e contiene la sua stessa risposta. Se siamo stati presenti all’interno di un’azione, essa è all’interno della nostra esperienza. Se siamo presenti all’interno della nostra esperienza, la nostra esperienza è presente dentro di noi. Se è così, possiamo ri-entrare nella nostra esperienza e interrogarla. Le domande necessarie sono pratiche.

Ecco un esempio di una domanda pratica che può insorgere in un Level Three: come comportarmi in cucina quando il responsabile ne sa meno di me? Questa è una domanda che può insorgere facilmente in molte aree delle nostre attività, che sia la cucina, l’ufficio, o il performance circle. Quindi, è una domanda comune. È anche una domanda molto sofisticata.

Il primo principio nell’accettare istruzioni è onora il ruolo.
Un ruolo è un punto necessario all’interno di uno schema archetipico. Se il ruolo è portato a termine, lo schema eterno ha un’opportunità di dispiegarsi nel nostro mondo. Un punto all’interno di uno schema ha accesso a tutti gli altri punti all’interno dello schema. In altre parole, l’accesso a un punto porta l’accesso al tutto. Quando una persona ricopre un ruolo, la sua iniziativa si muove in quella parte di sé che risuona in conformità con il ruolo. Il proprio sé abituale agisce a favore di quella sua parte che è eterna. Questo sé abituale è uno strumento che risponde alle direttive di un’azione eterna. All’interno di un ruolo, una persona ha accesso allo schema più ampio, e lo schema può parlare direttamente attraverso la persona. In questo stato si può fare esperienza di intuizioni e conoscenze che sono nascoste al nostro sguardo abituale.

Il secondo principio nell’accettare istruzioni è rispetta la persona. Un ruolo è parte di un tutto, in un certo senso è il tutto. La persona è parziale. Chiunque intraprenda il compimento di un ruolo, sapendo ciò che comporta, si impegna a soffrire. La distanza tra il mondo potenziale e quello effettivo non è mai tanto ampia come quando uno si trova a metà. Se accettiamo le direttive stiamo noi stessi adempiendo ad un ruolo. A livello personale l’istruttore può avere meno conoscenza di noi. A livello del ruolo, l’istruttore ha accesso alla visuale completa. Per far emergere lo schema, accettiamo le direttive. Dalla nostra posizione nel ruolo consentiamo allo schema di emergere, e in questo senso abbiamo anche accesso all’insieme.

Il terzo principio nell’accettare istruzioni è assolvi la funzioneMangiare è necessario. Se dobbiamo onorare l’evento eterno della comunione, cioè il sacrificio della vita così che la vita possa continuare, abbiamo bisogno di una cucina. Se abbiamo bisogno di una cucina, abbiamo bisogno di un supervisore della cucina. Questo perché almeno una persona deve avere una visuale completa di ciò che è richiesto nel nostro tempio della vita e della morte. Il supervisore della cucina accetta la responsabilità di mantenere la visuale di tutto ciò che succede all’interno della cucina. Questo è un ruolo. Questo ruolo non prevede onniscienza, e vi si ottempera al meglio che si può. L’assistente cuoco ha il compito di svolgere il lavoro che gli è assegnato dal supervisore. Questo compito è parziale, ma contribuisce al tutto. Se tutte le parti vengono assolte, il tutto viene onorato. La responsabilità del supervisore è di assolvere il tutto. La responsabilità dell’assistente è di assolvere il tutto della propria parte. Se l’assistente agisce nel ruolo avrà il senso del tutto al quale sta contribuendo.

Riformuliamo la nostra domanda: come comportarmi in cucina quando la persona in carica ne sa meno di me? Mi faccio queste domande:

  1. Il mio sapere è conoscenza, o è un’opinione? Le opinioni personali sul cibo sono anche dette “trip alimentari”. Si tratta di un sapere che viene dalla personalità, e non dalla nostra natura essenziale. Questo tipo di sapere ha il suo posto e il suovalore , ma il suo posto è subordinato. La percezione istintiva che gli animali hanno del cibo salutare per loro, è un sapere del corpo. Noi siamo gli unici animali che non teniamo conto di questo riconoscimento del buon cibo e lo rimpiazziamo con le opinioni.
  2. In che area è superiore la mia conoscenza? Il supervisore mi istruisce su cosa fare, come farlo, e sul perché del mio compito? Solamente un supervisore al Level Ten e oltre sarà in grado di istruirmi su tutte e tre. Sinora i nostri supervisori della cucina nel Guitar Craft hanno dato istruzioni su cosa fare, e occasionalmente su come farlo. Il come fare è una questione di tecnica, e un assistente incompetente farebbe ben a chiedere aiuto a qualcuno con più esperienza.

    La perizia in una particolare scuola alimentare, per esempio la macrobiotica, coinvolge l’intera persona. Il modo in cui l’esperto mangia è inseparabile da come vive. Quando è così, il supervisore è in grado di organizzare la cucina come un microcosmo. Questo va oltre il mantenere un quadro generale delle funzioni della cucina. Prevede la conoscenza di ciò che le funzioni rappresentano nello schema della cucina, e ciò che la cucina rappresenta nello schema del vivere. Poi, il supervisore può dare istruzioni sui perché della cucina. Nel normale dispiegarsi del processo, questo livello di perizia ha bisogno di ventuno anni per essere acquisito.
  3. La cucina è in contrasto con il mio rispetto per le restrizioni di una dieta particolare? Una cucina vegetariana è un denominatore comune tra le diete, nel senso che tutti mangiano verdure (con la possibile eccezione degli Eschimesi).
  4. L’operatività della cucina è in contrasto con le mie convinzioni etiche e morali? Questo è improbabile.
  5. L’operatività della cucina viola il senso comune? Ecco due principi del Guitar Craft che trovano applicazione:

    i)    Onora la necessità;
    ii)   Se lo spirito si muove, seguilo

Se durante il mio lavoro in cucina noto qualcosa di evidentemente sbagliato, lo porto all’attenzione del supervisore. In una emergenza, agisco immediatamente. Se noto che il cibo è avariato, lo dico al supervisore. Se sto scaldando la zuppa di ieri, noto che la zuppa non è fresca. Se questo non incontra la mia approvazione, posso portare la cosa all’attenzione del supervisore. Se mi dice di continuare, ho tre principi da seguire:

i)      Onora il ruolo;
ii)     Rispetta la persona;
iii)    Esegui la funzione.

Se sono pronto a seguire questi principi, a meno di non avere una conoscenza specialistica, una dieta specifica, o un sistema di credenze che vengano violate, dovrò:

i)    Riconoscere l’autorità del ruolo del supervisore;
ii)   Accettare che nel suo ruolo la persona stia facendo del suo meglio per bilanciare tutti i vari fattori coinvolti nel mantenimento della cucina, compresi l’attenersi al budget e alla Regola della Quantità: onora la sufficienza;
iii)    Scaldare la zuppa.

Altrimenti dichiaro in modo pulito, chiaro e diretto, che non posso eseguire le istruzioni del supervisore della cucina e lascio la cucina.

Se ho una conoscenza specialistica e sono consapevole che l’operatività della cucina è minore di quel che potrebbe essere, ma non pregiudizievole al benessere generale, posso portare la cosa all’attenzione del supervisore della cucina. Spesso il modo migliore per farlo è al di fuori del ruolo, fuori dalla cucina, e su base personale. Si tratta di agire al di fuori del ruolo, affinché questo possa essere svolto più compiutamente. Quando uno di noi ha un certo livello di esperienza o perizia, questa verrà generalmente riconosciuta  e richiesta. Quando uno di noi ha un certo livello di supponenza, questa sarà generalmente riconosciuta e non tenuta in considerazione.

Tre primari di conoscenza necessaria, in materia di cibo, sono:

  1. Sapere cosa mangiare;
  2. Sapere come mangiare;
  3. Sapere perché mangiare. Cioè, conosco le conseguenze del mio mangiare? Le ripercussioni di questo sono considerevoli.

Una domanda: quanto ne sappiamo di cibo, dei modi di cucinarlo e mangiarlo?

I miei migliori auguri a tutti i buongustai e ghiottoni.

 

VI
Sesta Lettera
27 Novembre 1989

Questa è la mia lettera finale al corso. Il nostro giorno finale è il 5 dicembre e quella sera io e The League of Crafty Guitarists suoneremo al Whiskey A Go Go di Los Angeles. Venti anni fa questa stessa settimana suonavo nello stesso club come membro dei King Crimson. Eric Burdon era nel pubblico, e ci ha fischiato. In effetti, io non l’ho sentito: mi è stato riferito dopo. Il 6 dicembre si completerà il nostro corso a Los Angeles. Per favore mandateci i vostri migliori auguri. Il 7 volerò a Londra, in rotta per l’Italia dove alcuni di noi si incontreranno di nuovo.

Dopo tre mesi di vita in comune avremo probabilmente abbandonato alcune illusioni sulla vita in comunità e sulle nostre capacità personali. Possiamo essere felici, addirittura entusiasti, della prospettiva di cambiare il mondo. Ma siamo in grado di praticare il sitting ogni mattina per 30 minuti facendo nulla? È necessario, anche se eccezionalmente doloroso, vedere cosa siamo. Le nostre motivazioni sono spiacevoli, egoistiche e sgarbate; le nostre menti sono un turbine di chiacchiere, e la nostra capacità di agire è, nel migliore dei casi, incerta. Quando incontriamo noi stessi faccia a faccia, è una sorpresa spiacevole. Probabilmente il lavoro personale più difficile che io abbia mai intrapreso è il sopportare quello che sono. Se riesco a trovare il perdono per gli altri, posso perdonare me stesso. Se riesco a trovare il perdono per me stesso, posso perdonare gli altri. Le due cose sono inseparabili.

La prima volta che ho avuto consapevolezza di me stesso in questa vita è stato molto presto, avevo probabilmente 6 o 9 mesi. Ricordo l’esperienza: ero nella carrozzina quando un aereo volò sopra di me e fece rumore. Il baby Fripp era stato disturbato e si muoveva nella carrozzina per provare a coprirsi. A questo punto c’era una chiara separazione tra chi sono, e la piccola creatura nella quale vivevo. Non avevo paura, ma il baby Fripp era stato disturbato e mi aveva risucchiato nelle sue preoccupazioni. Questa chiara esperienza di essere separato dall’animale umano, con un senso sia di chi fossi che di cosa fossi, e poi dei due che si fondono, è stato il mio debutto nel mondo. Questa esperienza è rimasta con me fin da allora. So di non essere il mio corpo, ma di vivere dentro questo animale umano. So anche quanto è facile per le mie pulsioni animali coinvolgermi nelle proprie preoccupazioni. Questo è un limite e una restrizione alla mia libertà di azione. È possibile per noi mantenere un senso chiaro di chi siamo, e di cosa siamo, e separare le due cose?

Circa 28 anni più tardi, per approfondire questioni simili, ho passato dieci mesi nella scuola di Mr. Bennett in Inghilterra, Sherborne House. Una notevole fonte di angoscia per me era quanto la mia attenzione fosse catturata e trattenuta dal rumore di fondo della mia mente.  Un giorno, mentre ero nel deposito dei nastri che era diventato di mia responsabilità, ho capito che io non ero il mio pensare. Non ero neanche i miei sentimenti, né il mio fare. In un certo senso questo fu un grande sollievo. Ciò nonostante, avevo un rapporto con questi strumenti che operavano e funzionavano, nominalmente, per mio conto.

Un po’ più tardi, nel freddo pungente del febbraio 1976, mentre passavo davanti alla falegnameria spingendo una carriola di concime, ho realizzato in un flash che Robert Fripp non esisteva. Questa intuizione è durata probabilmente circa mezzo secondo, misurata con l’orologio. È stata un’esperienza terrificante e spaventosa. Fripp era stato disturbato nel vedere che non esisteva. Così, io so che chiunque io sia, non sono questa creatura nella quale abito, e non sono neanche l’accumulo di comportamenti abituali chiamati Robert Fripp. Ma chi sono ha un rapporto con cosa sono, e cosa penso, provo e faccio. Cioè, chi sono dovrebbe avere un rapporto con cosa sono, e cosa penso, provo e faccio. Ed è qui che troviamo il dolore e la sofferenza. Il rapporto è distante e inaffidabile. Sono cosciente della distanza tra me stesso e Robert Fripp e le sue preoccupazioni.

Se questa distanza è per noi un cruccio reale, sviluppiamo il rapporto. Il principio del Guitar Craft: cominciamo da dove siamo. Però dobbiamo sapere dove siamo. Così, facciamo nulla e mentre facciamo nulla, osserviamo. Forse possiamo fare nulla e osservare, e allo stesso tempo avere una mano sinistra. Se riusciamo a fare nulla con una mano sinistra, siamo a buon punto per fare qualcosa con una mano sinistra. Dopo tre mesi, forse sappiamo dove non siamo. Cioè, abbiamo abbandonato alcune illusioni. Abbiamo una cognizione più chiara delle nostre affidabilità, impulsi e capacità di azione. La speranza risiede in questo: la musica è possibile, a dispetto di ciò che siamo.

Con il tempo e con la pratica il nostro centro di gravità cambia. Le nostre ansie e preoccupazioni di tutti i giorni rimangono le stesse, ma noi non viviamo più nello stesso posto delle ansie e delle preoccupazioni. Esse vivono nel piano interrato e nella cantina, e io vivo al primo piano (americano) o al piano terra (inglese). Qui la mia prospettiva è piuttosto differente. Vedo le cose in un modo diverso. Un giorno visito il secondo piano e trovo un’altra prospettiva, il punto di vista privilegiato di essere più in alto, e di guardare giù al primo piano e alla cantina. Questo è un posto dove mi piacerebbe davvero vivere ma non c’è spazio sufficiente per i miei bagagli. Così torno al piano di sotto. Quando vivevo al piano interrato e nella cantina credevo di vivere al piano terra. Questa era un’illusione. Per trasferirsi al piano superiore devo sapere dove mi trovo, senza accuse, giustificazioni e scuse. Poi posso visitare il piano superiore.

La vita in cantina è buia, e per questo è solitaria. Al buio non riusciamo a vedere le altre persone. Quando visitiamo il piano superiore c’è più luce e possiamo vedere gli altri. Forse possono aiutarmi? Questo è vero, ma solo fino al punto in cui sono in grado di aiutare me stesso. Il livello al quale sono capace di aiutare me stesso è il livello al quale sono capace di aiutare loro. Il livello al quale sono capace di aiutare loro è il livello al quale sono capace di aiutare me stesso. Quando visito il secondo piano, vedo che queste altre persone sono membri della mia stessa famiglia. I membri di una famiglia sono la famiglia. Cioè, in un certo senso, sono tutti la stessa persona.

È un errore comune credere di essere soli. Questo è un aspetto dell’egocentrismo, del non riuscire a vedere oltre il proprio naso. L’aiuto è sempre disponibile, ma noi non lo siamo. La più grande lezione del Guitar Craft, per me, è l’inesprimibile benevolenza dell’Impulso Creativo. Nonostante chi siamo, l’aiuto è sempre disponibile. Malgrado quello che siamo, la redenzione è sempre possibile. Ma questo non succede per caso. Comporta la nostra co-operazione. È necessario che l’impulso creativo entri nel mondo. Così, anche la nostra co-operazione è necessaria.  Quando ci assumiamo un impegno per poter entrare in questa sfera di co-operazione, tutte le regole cambiano. Entriamo in una situazione privilegiata.

Dal mio punto di vista questo corso ha operato sotto un ombrello di protezione. La qual cosa è vera anche per il Guitar Craft nel suo insieme.

Nel mondo creativo un evento è istantaneo. Nel nostro mondo di tutti giorni, si dispiega nel tempo. Un evento creativo è istantaneo, e noi sperimentiamo le sue ripercussioni come una successione di momenti diversi che si dispiegano sequenzialmente nel tempo, un momento dopo l’altro; quando in effetti, all’interno del momento creativo, essi accadono tutti insieme. Il processo, lo schema dell’evento, è eterno. L’apparizione dell’evento nel mondo fenomenico è ristretto, costretto e limitato dalle condizioni necessarie all’operatività nel mondo di tutti giorni. I momenti creativi eterni e quelli in divenire possono congiungersi nella nostra esperienza, e di fatto lo fanno; e quando facciamo esperienza di questa interfaccia noi sperimentiamo un Momento Presente esteso. Ciò implica che è possibile per noi fare esperienza  dell’evento completo del Guitar Craft. In un certo senso all’interno del processo complessivo del Guitar Craft il futuro si sporge indietro per inventare il presente e per riparare il passato. (Se richiamiamo alla mente la performance della League Of Crafty Guitarists  durante il weekend del Level Two, possiamo ricordare la visita di una presenza sostanziale).

Ma non ci sono garanzie che il Guitar Craft rimarrà operativo, o che addirittura sopravviva. Il Guitar Craft, per poter diventare quello che potenzialmente già è, ha bisogno della nostra co-operazione. Questi tre mesi sono stati solo una piccola indicazione di cosa questo comporti. Ci sono esercizi che possiamo praticare per sviluppare la nostra capacità di co-operare con il momento eterno. Quando sarà necessario, e quando noi saremo pronti, ci saranno resi disponibili. Ma, finché non abbiamo idea di ciò che significhi essere vivi all’interno della nostra mano sinistra, poco altro è possibile.

In questo momento siamo in difficoltà. L’ufficio non è finanziato adeguatamente, non abbiamo una casa e non siamo in grado di far fronte alle richieste di aiuto che ci vengono rivolte. Questo continuerà per tutto il prossimo anno, e cambierà nella primavera del 1991. Poi una nuova corrente apparirà e ci porterà con lei, se saremo pronti. Chi è in grado tra noi di prendere un impegno per questo prossimo anno di preparazione?

I miei migliori auguri a voi tutti.

Parsons Restaurant.
Fulham Road,
LONDON
(Revisionato Gennaio 2011)

 

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