L’OSSERVATORE
Posted by Mariana Scaravilli on Sep 8, 2017

 

Caro Crafty,

La Caratteristica Principale ci sarà sempre. Non è né buona né cattiva in sé, anche se le ripercussioni potrebbero essere altrimenti. In effetti, le ripercussioni danno forma alla nostra vita. È sorprendente vederne gli effetti, nel tempo.

Una Persona molto esperta nel Lavoro, inconsapevole della propria CP, me la ha resa manifesta durante un corso di GC negli USA, completamente inconsapevole di quello che stava dicendo. Il giorno dopo gli ho chiesto – conosci la tua CP?Ha risposto di no. Eppure il suo intero schema di comportamento, da quando lo conosco, deriva da questa.

Cosa fare?

  1. Se non siamo vigili, non c’è niente da fare. Ovvero, la vita è reale solo quando io sono. Se io non sono, la mia vita è una successione irreale di eventi, che si susseguono l’uno all’altro per reazione, come tutti sappiamo. Non c’è alcuna speranza.
  2.  Sviluppiamo l’Osservatore. L’Osservatore è una parte della personalità; ovvero, un costrutto sviluppato e allenato, un aspetto della personalità, attraverso il quale una parte di noi guarda l’altra parte di noi. Però l’osservatore potrebbe, con il tempo, divenire un veicolo attraverso il quale L’Osservatore può occasionalmente effettivamente vedere; e questo in un modo che informi anche il resto di noi.
  3. Parte dello sviluppo dell’Osservatore è ascoltare cosa diciamo mentre stiamo parlando. Questa è parte della mia pratica da molto tempo, almeno dal 1979. A volte Fripp sente Robert che parla. La differenza di qualità è piuttosto marcata. Molti degli aforismi del Guitar Craft ne sono un risultato diretto. Anche vedere la mia mano che scrive, e darle il permesso di continuare a scrivere. Poi, quando è stanca, dirle di continuare a scrivere!

    Un’altra parte è sbirciare da dietro la propria spalla destra (almeno è così che funziona per me), fare un passo indietro e osservare cosa sta facendo l’animale. A volte, i miei piedi mi conducono in un luogo e io gli permetto di arrivarci, mentre tengo gli occhi aperti per vedere dove mi stanno portando.

    Un’altra parte è sviluppare la pratica del separare chi siamo da cosa siamo, in modo piuttosto meccanico. Ad esempio: non – io ho fatto questo, ma – Fripp ha fatto questo.

    A volte, quando Fripp sta passando un brutto momento, dico: Povero Fripp. Sta passando un brutto momento. Questo di per sé può cambiare il mio stato.
  4. Nulla di questo è, né potrebbe essere, una critica. Questo è l’animale che abitiamo. È poco preparato. Ha bisogno di una guida diversa e istruzioni più chiare. Cominciamo dal corpo, e ci occuperemo solo più tardi del pensiero e delle emozioni. Il cosa siamo si sottomette a chi siamo- Chi-siamo si trova in difficoltà perché non ha quasi alcun modo di comunicare con cosa-siamo. Ma col tempo, potremmo stabilire linee di comunicazione.
  5. Io suggerisco: prendi un tema specifico, come ascoltare te stesso che parli, per un periodo specifico di tempo. Per esempio, dieci minuti. In un contesto specifico che sai quando si presenterà. Così, ti prepari in anticipo. Usa la tua intelligenza e la tua immaginazione creativa! Questo non è un lavoro trascurabile.

Senza dubbio, continueremo di persona.

 

Venerdì 9 Marzo 2007

 

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