CINQUE DOMANDE DA UN’UNIVERSITà INGLESE
Posted by Mariana Scaravilli on Sep 8, 2017

 

D: Quanto pensi sia importante iniziare con uno scopo chiaramente definito?

È fondamentale. Lo scopo dovrebbe essere definito in modo chiaro, semplice e preciso. Questo è necessario per sapere dove stiamo andando, cosa dobbiamo fare per raggiungere lo scopo, e infine, in modo chiaro e semplice, per sapere che lo abbiamo effettivamente raggiunto.

Da questa premessa possiamo delineare complessivamente tre stadi nel processo di avvicinamento allo scopo.

            ingiunzione;
            applicazione;
            verifica.

Se lo scopo è confuso, la direzione da prendere resterà imprecisa e  le misure pratiche che attueremo per raggiungere lo scopo risulteranno probabilmente inefficaci; e guardandoci indietro, una ricapitolazione del nostro lavoro risulterà imprecisa e confusa. Anche la verifica del grado in cui la realizzazione coincide con lo scopo come è stato definito sarà poco chiara. Può darsi che gli aspetti esterni o funzionali dello scopo siano stati assolti, ma questo non rappresenta esattamente il raggiungimento o la realizzazione della qualità insita nello scopo.

D:        I risultati dei propri sforzi in che misura riflettono la chiarezza e la precisione dello scopo originale?

Come sopra. Esiste un aforisma del Guitar Craft:

            Se non sappiamo dove stiamo andando, probabilmente ci arriveremo.

D:        Quanto può influire sul successo il fatto che il proprio scopo(i) sia in qualche modo in relazione e sincronizzato con la propria Volontà? (Uso questa parola per mancanza di una che rappresenti meglio una necessità o caratteristica essenziale, spirituale od ontologica).

È difficile, per svariate ragioni, comprendere la nozione di  Volontà. Quindi, come facciamo ad affrontare il problema in pratica? Un approccio pratico utile può essere il prendere in esame le proprietà ovvero i poteri della Volontà.

Per cominciare, la qualità più diretta e disponibile nella propria esperienza è la qualità dell’attenzione. In che misura possiamo esercitare/dirigere l’attenzione volitiva? Questa è inoltre una materia molto concreta, e quindi si può praticare. Uno degli esercizi del Guitar Craft è quello della Divisione dell’Attenzione, che è in effetti costituito da una serie di esercizi.

Anche la scelta e la decisione sono proprietà della Volontà; ed entrambe si possono praticare.

D:        Volontà: Uso questa parola per mancanza di una che rappresenti meglio una necessità o caratteristica essenziale, spirituale od ontologica.

Preferisco l’approccio del bisogno o della necessità. Qui l’aforisma del Guitar Craft applicabile è:

            onora la necessità, onora la sufficienza.

Un secondo aforisma…

            Il necessario è possibile;
            il facoltativo è costoso;
            l’arbitrario è improbabile.

 

Da qui deriva che le azioni sono: 

            necessarie e inutili,
            intenzionali/volitive e involontarie/non-volitive. 

Ne consegue, anche in questo caso, una domanda pratica:

cosa è necessario per me? altrimenti detto: di cosa ho bisogno? e/o cosa devo fare?

È ovvio che ci siano necessità esistenziali e responsabilità. Ma c’è anche la necessità essenziale, qualunque possa essere la nostra nozione di bisogno essenziale.

D:        È corretto presumere che tu concettualizzi il rischio come un processo/forza/energia che non avviene a caso ma si determina in qualche modo attraverso un’interazione tra chi percepisce e chi è percepito?

Per quel che riguarda il rischio, si può dire che, anche quando c’è una necessità ontologica (qualsiasi cosa si intenda con questo), e  un impegno per uno scopo degno, anche quando sia intrapreso da una persona meritevole, non è assolutamente garantito un risultato favorevole. E si può anche dire che questa è una caratteristica inevitabile e necessaria di qualsiasi processo creativo.

In altre parole: per essere liberi di perseguire uno scopo, non si può avere garanzia di successo. Se ci fosse la garanzia, non ci sarebbero lo scopo, la libertà e il successo. Il Processo Creativo sarebbe soltanto meccanico, e quindi per niente creativo.

Questo non lo vedo come determinato da un’interazione tra chi percepisce e chi è percepito.

Non so se tutto questo possa mai esservi di aiuto!

 

Domenica 22 Luglio 2009;
Monasterio Nuestra Señora De Los Angeles / Monjas Dominicas
Mare de Deu del Roser, 2.
Sant Cugat (08174),
Barcelona.

 

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